Domani 7 febbraio, ricorre la Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, istituita per la prima volta nel 2017 con lo scopo di sensibilizzare adulti e ragazzi su un fenomeno sociale ancora tristemente diffuso.
Il senso di vergogna che spesso accompagna bambini e ragazzi che subiscono atti di bullismo, porta spesso le vittime a nascondersi e a non parlare con nessuno di quello che sta loro accadendo. Il volto più pericoloso del bullismo è infatti il silenzio che riguarda in modo preoccupante anche il gruppo dei coetanei, ovvero di coloro che sono testimoni di episodi di prepotenza nei confronti dei compagni ma non fanno nulla per intervenire.
Ed è per questo che parlare di bullismo e cyberbullismo con i più giovani resta il primo, importante passo per sensibilizzare i ragazzi ed arginare i rischi. Un passo che può essere fatto anche con l’aiuto di un libro.
Un esempio è il recente “Ero un bullo“, il libro di Andrea Franzoso che racconta la storia di rinascita di Daniel Zaccaro. Ex bullo cresciuto nella periferia di Milano, con un passato fatto di violenze, rapine e carcere, Daniel è riuscito a intraprendere, grazie all’aiuto delle persone che gli sono state accanto e alla sua voglia di cambiare, un lungo percorso verso una nuova vita, coronato con una laurea in Scienze dell’Educazione.
Tanti anche i libri pensati per affrontare il tema con i più piccoli. Uno su tutti, “Tito Stordito” di Anna Lavatelli. Anche in questo caso la storia è raccontata in modo insolito e originale, attraverso il punto di vista di chi isola e di chi prende in giro gli altri. Con un finale che ribalterà naturalmente le cose…
E visto che sono molto spesso i social i luoghi virtuali dove oggi vengono messe in atto prepotenze e vessazioni, uno spunto utile arriva anche da guide che intendono insegnare ai ragazzi l’uso consapevole delle nuove tecnologie.
“Penso Parlo Posto” ne è un ottimo esempio. Scritto da Federico Taddia e Carlotta Cubeddu, questo libro non vuole essere infatti un manuale sull’uso di internet ma una guida per promuovere tra i ragazzi una comunicazione non ostile, in rete come nella vita offline. Perché le parole hanno un peso ed impararlo è oggi fondamentale.