Michael Jackson è sempre stato un artista impegnato sul piano sociale. Nel 1985 compariva come una delle menti principali dietro al progetto di We Are The World, canzone record nelle vendite che portò l’attenzione del pubblico musicale – e non solo – sulla drammatica situazione della fame in Africa e nei cosiddetti “Paesi del Terzo mondo”. Tre anni dopo, nel 1988, pubblicò da solista nel suo album Bad, la delicata e al tempo stesso forte Man In The Mirror. Nel brano l’artista esorta a sforzarsi per cambiare qualcosa nel mondo. Affronta anche qui il tema della povertà mondiale unito alla struggente tematica delle discriminazioni. Non stupisce, quindi, che Jackson continuò la sua lotta contro gli abusi e soprusi sotto forma di canzoni.
Il pezzo proposto oggi, si apre con le voci indistinte di bambini che alternano grida di protesta sovrapposti.
All I wanna say is that they don’t really care about us.Don’t worry what people say, we know the truth.Enough is enough of this garbage!
In seguito, prende avvio il ritmo serrato e martellante che accompagna l’ascoltatore per tutti i 4 minuti e 44 secondi della canzone. La voce rimasta soave e dolce nel canto di Jackson in altri brani, in They Don’t Care About Us diventa rigida e dura, assecondando l’asserragliata base musicale e la brutalità del testo. Parla principalmente della noncuranza delle autorità mondiali e della società nei confronti dei soprusi che ogni giorno vengono perpetrati nei confronti delle minoranze. In tutto questo, la polizia ha tristemente un ruolo fondamentale: al posto di schierarsi con i più deboli, ne diventa il nemico numero uno.
Così Michael si fa portavoce della rabbia, della delusione e del rancore di centinaia di migliaia di persone. Diventa l’emblema di un’ira che rischia di esplodere da un momento all’altro e di cui, un giorno, non si potrà più fare finta di niente.
La canzone fu scritta e composta da Michael Jackson con l’intenzione di essere una canzone contro ogni forma di discriminazione sociale ma invece, in alcuni mercati, come quello statunitense, causò l’effetto opposto, già dalla pubblicazione dell’album nel giugno 1995, perché il testo della canzone venne considerato da alcuni critici “controverso” a causa di una parte del testo