Quante volte le nostre nonne ci hanno abbracciato, coccolato e viziato trasmettendoci amore e insegnandoci ad essere altrettanto affettuosi con il prossimo.
A volte pecchiamo di poca sensibilità. Il mondo che ci circonda ci sta insegnando, purtroppo, a respingere come la peste quel tocco di delicatezza che dovrebbe (e usiamo un condizionale non a caso) essere insito in ognuno di noi.
Empatia, sensibilità, delicatezza, dolcezza… sono tutte caratteristiche che dovrebbe possedere un essere umano ma che ahimè, non sono state distribuite a tutti.
Essere altruisti sicuramente fa del bene a chi riceve il nostro gesto ma non dubitate del fatto che può generare un grande effetto benefico e formativo anche in noi.
La notizia che vi doniamo oggi, riguarda proprio questo essere gentili, pensare al prossimo come se fossimo noi stessi, preoccupandoci del suo stato d’animo. Evitare comportamenti, parole o pensieri indelicati in situazioni che già sono carichi di dolore.
Tutto ha inizio con la nascita di due gemelle, Callie e Skye, e dell’ “effetto farfalla” che ne è derivato.
Ad una delle due sorelline, è stata diagnosticata ancor prima di nascere, una anencefalopia cosa che avrebbe reso difficile la sua sopravvivenza.
Ma i genitori decidono di portare ugualmente la gravidanza che si conclude a 30 settimane di gestazione.
La piccola Skye assapora la vita soltanto per tre ore tra l’amore di mamma Millie e papà Lewis mentre Callie rimane diverso tempo in terapia intensiva neonatale.
Un giorno, una neomamma visitando i propri piccoli appena nati, disse a Millie come era fortunata ad averne una soltanto, non potendo sapere la disgrazia che invece l’aveva colpita.
Da qui decise di inventare un piccolo “segnale” in codice che potesse indicare ad altre persone la perdita attraversata da quella famiglia: una farfalla viola. Chiunque l’avesse vista su una culla termica avrebbe capito che quel neonato era nato a seguito di un parto multiplo in cui non tutti i piccoli erano sopravvissuti.
“Quando Skye è morta ho sentito che il mio mondo era finito, anche se pensavo che avevo comunque Callie il mio cuore era spezzato. Avevo avuto 7 mesi per prepararmi ma il dolore era comunque inimmaginabile. In quel momento ho deciso che avrei aiutato le famiglie che si trovavano in una situazione simile. Se è così che ci si sente anche quando sapevi che sarebbe successo, come possono le persone far fronte a ciò quando nemmeno se lo aspettano?“